giovedì 1 maggio 2014

Le Macchine a Vapore

Le macchine a vapore rivestirono un ruolo chiave nell'economia delle miniere. Venivano utilizzate per vari scopi: per pompare l'acqua al di fuori dei pozzi di estrazione, per muovere il mantice nelle fonderie, e per facilitare l'estrazione e il trasporto del carbone, che a sua volta ha aumentato le potenzialità del vapore.
In particolare nel Germinal una macchina a vapore viene descritta così:

"Era installata in alto a una distanza di venticinque metri dal pozzo; e poggiava così saldamente sulla sua base di mattoni che, pur andando a tutto vapore e sviluppando una forza di quattrocento cavalli, lo scorrere dell'enorme biella, che da una parte emergeva e dall'altra si sprofondava silenziosa come olio, non comunicava alle pareti la minima vibrazione."
Macchina a Vapore
Zola sottolinea l'importanza del meccanismo a biella-manovella, che creava un movimento rotatorio anziché 
solo alternativo, con aumento di potenza ("quattrocento cavalli") e riduzione di consumi e costi.
La macchina in questione era dotata di pulegge, di cui si parla come di 

"Due immense ruote di cinque metri di raggio, ai cui mozzi i due cavi di acciaio si avvolgevano e si svolgevano in senso contrario, girando con tale velocità da non apparire più all'occhio che come mulinelli di polvere grigia".
Meccanismo di Biella-Manovella
Ai cavi era collegato un sistema di gabbie che erano utilizzato per la salita e la discesa nel pozzo dei minatori e il movimento del carbone. 

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